Donne di Crema: il ritratto di Michela

 

L’inizio del racconto di Michela è curioso perché parte dalla sua pagella di quinta elementare in cui viene scritto che “la bambina ha in testa di esprimersi, è molto espansiva e comunicativa e molto propensa all’espressione.”

Parte da qui la sua storia. La sua vita è permeata di arte e fin da bambina è chiara questa sua propensione. Ha sempre inventato dei giochi, che uscivano un po’ dagli schemi tradizionali: raccoglieva biglie in metallo, ritagliava i giornali e faceva dei libri in cui ogni pagina aveva una storia, oppure costruiva delle “case” con dei libri aperti sovrapposti, in cui riusciva ad inserire la testa ed era attorniata dalle illustrazioni di fiabe. Un altro suo gioco era fatto con una valigetta con i “ritrovamenti archeologici” in cui raccoglieva degli indizi per scovare il tesoro.

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